lunedì 2 maggio 2011

La morte di un uomo cattivo

"With the first link, the chain is forged. The first speech censured, the first thought forbidden, the first freedom denied... chains us all, irrevocably". (Jean Luc Picard)
Sto pensando a come mi sono sentito il pomeriggio dell'11 settembre del 2001 quando cominciavano ad arrivare le notizie del celebre attacco terroristico agli Stati Uniti. Quella sera la Roma esordiva in Champions League in casa con il Real Madrid ed io avevo acquistato con mio fratello 2 biglietti per lo stadio. Sto pensando a come mi sembrò surreale tutto; l'evento in sé non mi colpì subito...mi sembrava un "normale" evento nella geopolitica mondiale. Poi Severgnini, credo, commentò qualcosa del tipo:
"Provate ad immaginare un atto terroristico nel nostro paese in cui ad essere colpite siano delle costruzioni simbolo"
A parte un aereo sul Colosseo o contro San Pietro, un evento del genere accadde da noi nel luglio del 1993 con le auto bomba a San Giorgio al Velabro e a piazza San Giovanni. Bè, a quello pensai.
Pensai alla vampata di paura e odio dentro di me e al senso di impotenza e alla frustrazione per non poter far nulla.
Ma gli americani hanno fatto. Ci hanno messo 10 anni per trovare Osama Bin Laden. Peccato che per passare da paladini di libertà e giustizia utilizzino sempre gli stessi metodi che utilizzarono precedentemente all'11 settembre e che, a mio parere, sono una concausa dello stesso 11 settembre.
Non ha insegnato nulla quell'evento. La grandezza di un paese dovrebbe misurarsi con la capacità di trovare un responsabile, affidandolo alla giustizia e non alla vendetta; mostrarsi superiori affidando alle proprie leggi e ai propri regolamenti e alle istituzioni e alle persone che le applicano ed eseguono il compito di determinare la Giustizia per un popolo. Qualunque altra via è solo GIUSTIZIA SOMMARIA. Perché se un terrorista ci ha colpito, ci ha fatto male non siamo in grado di separarci il senso di vendetta e odio, più che comprensibili, non siamo capaci di agire in maniera adeguata al nostro dichiarare di essere superiori. I paladini di libertà e giustizia non condannano a morte un uomo senza un processo che dica tutto ciò che c'è da dire sulle responsabilità di quest'uomo. E questo vale per tutti, per Mussolini, per Ceausescu, per Saddam Hussein.
Perché dobbiamo dichiararci superiori e comportarci come coloro che ci hanno offeso?
invece sarebbe esemplare che un simile responsabile sia catturato, processato, condannato e... poi vediamo che succede. Di cosa abbiamo paura? Che Bin Laden esca per buona condotta?

Questa è la maniera in cui non ci perdiamo tutti.

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